Molti sono i locali romani dove è possibile gustare un’ottima pinsa romana. Ma chi è nata prima la pizza o la pinsa romana? E quali sono i vantaggi alimentari di questo piatto tornato alla ribalta?
È tornata prepotentemente sulle tavole della capitale e non solo. In tutta Italia la pinsa romana è ormai diventata una delle pietanze più amate insieme alla tradizionale pizza napoletana.
Pizza e pinsa, però, sono simili ma non uguali e hanno tradizioni completamente differenti. Scopriamo allora insieme alcune curiosità di questa sempre più diffusa focaccia.
Pinsa romana: storia e origini
Partiamo, intanto, dall’etimologia: il termine pinsa deriva dal verbo latino “pinsere” che si riferisce all’atto di lavorare l’impasto per poi allungarlo e stenderlo. Gli antichi preparatori della pinsa, i pinseri, lavoravano a lungo l’impasto per poi stenderlo direttamente sui carboni ardenti.
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Le origini della pinsa non sono note, ma molti testi antichi – anche risalenti all’Antica Roma imperiale – ne parlano, tanto da considerarla comunemente l’antenata della pizza. Di questa pietanza, inoltre, si trova traccia nell’Eneide di Virgilio che racconta di un pasto a base di pinsa tra Enea, appena arrivato a Lavinio, e re Latino.
Pinsa romana: la ricetta
Altre curiosità: secondo l’antica ricetta contadina, la pinsa veniva preparata con ingredienti semplici come acqua e diversi cereali. Anche oggi, le farine utilizzate per realizzare l’impasto sono varie e possono essere anche mischiate, come quella di riso e grano o di farro e segale.
Se una volta la pinsa, essendo un piatto povero, veniva condita solo con erbe aromatiche e sale, oggi invece la si trova anche farcita con gli ingredienti più comuni, come fosse una pizza.
Pinsa romana: forma e leggerezza
A differenza della cugina napoletana, però, la pinsa romana è molto più leggera e digeribile: nella lavorazione dell’impasto viene infatti utilizzata molta acqua e la lievitazione può arrivare fino a 72 ore (comunque mai inferiore a 24 ore).
Un’altra caratteristica che la differenzia dalla pizza è la forma: la pinsa romana non viene stesa nella tradizionale forma rotonda ma ovale, anche se è ammessa la variante rettangolare. Infine, deve essere allungata e sottile.
(Foto @kikapress)