Educazione Fisica arriva alla Festa del Cinema di Roma con il suo ricco cast e il regista Stefano Cipani. Tratto dall’opera teatrale La Palestra di Giorgio Scianna, il film – ambientato appunto in una palestra – è stato girato proprio come una rappresentazione, seguendo l’ordine cronologico degli eventi. Sicuramente una sfida per Giovanna Mezzogiorno, Sergio Rubini e Angela Finocchiaro che ci hanno raccontato le complicazioni ma anche gli stimoli del lungometraggio.
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«È stato difficile per me trovare il modo di non giudicare il personaggio. – ci dice la Finocchiaro – Lavorare altrimenti diventerebbe impossibile, anche se è difficile in certi casi non giudicare. Ho dovuto trovare la strada per connettermi a un’ipotetica autodistruzione, ed è stato un passaggio. Il regista ci ha anche accompagnato con step non scivolosi e precipitosi. Ci ha fatto avvicinare a momenti più complicati e avere orari che ci permettessero di non avere pause quando si crea un clima di concentrazione».
Educazione Fisica racconta infatti la storia dei genitori di tre alunni, che vengono convocati dalla preside di una scuola media di provincia. È successo un fattaccio, di cui i loro figli sono i responsabili. Ma è difficile da credere e da accettare. La palestra si trasforma in un’aula di tribunale improvvisata, dove ha inizio un processo feroce nel tentativo ostinato di smentire e nascondere la verità.
«Penso che questo film, oltre all’aspetto psicologico dell’amore per i propri figli e dell’incapacità di riconoscerne i difetti, abbia anche un aspetto fortemente sociologico. – dice Rubini – Sono in crisi gli adulti, i padri, i maestri. Quando una preside mette in discussione tuo figlio sei pronto a tutto. È lei che sbaglia e siamo pronti a prenderla a schiaffi. Lo leggiamo sui giornali. Questo film affronta quindi anche un problema importante e che affligge la nostra società. Sono in crisi le istituzioni, gli adulti, i vecchi. E una società che mette in crisi queste figure è una società malata».
«Io ho due figli maschi della stessa età – continua la Mezzogiorno – e mi sono interrogata facendo questo film. Mi sono chiesta cosa sarei io come madre se i miei figli facessero una cosa del genere. Ora dico che li sbatterei in galera».
«Un domani, se dovesse accadere, non posso sapere al momento cosa succederà. È durissimo vedere i propri figli sbagliare anche nelle piccole cose quotidiane, figuriamoci in una cosa del genere. Ti si apre un universo di orrore al quale reagisci o colpevolizzandoli, come dovrebbe essere giusto, o giustificandoli, che secondo me è sbagliato».
Foto: Gianfilippo De Rossi via Ufficio Stampa
This post was last modified on 22/10/2022 16:47