La fontana con il coperchio di Roma
Roma è un tripudio di bellezza e di fontane; basti pensare che se ne contano circa 2000 e che i primi a realizzarle furono i romani. Tra queste ce n’è una molto particolare sia per la sua sua forma che per la sua storia: è la fontana con il coperchio.
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Fontana della Terrina o Zuppiera
Si tratta dell’unica fontana coperta della Capitale e per la sua forma viene chiamata Fontana della Terrina o Zuppiera. Fu realizzata nel 1590 per volere di Papa Gregorio XII da Giacomo Della Porta e si trova in Corso Vittorio Emanuele II nella piazza antistante la Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella). In origini però, la fontana non era fatta così e non si trovava in quel luogo bensì al centro di Campo de’ Fiori.
Ad apporvi il coperchio fu Papa Gregorio XV nel 1622. La fontana era ed è costituita da una vasca quadrata all’interno della quale si trovava una elegante vasca ovale in marmo. Un tempo c’erano quattro delfini in bronzo che riversavano l’acqua nella vasca sottostante.
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Ecco perché venne messo il coperchio
Come abbiamo scritto sopra, in origine venne collocata a Campo de’ Fiori; qui si svolgeva il grande mercato rionale, e i commercianti erano soliti lavarvi frutta verdura pesce… ma quando la fontana divenne un ricettacolo di rifiuti, Papa Gregorio XV decise di porre fine a quello scempio. Fece rimuovere i delfini di bronzo e vi fece apporre un coperchio in travertino fatto a cupola, con sopra un grande pomello. Per garantire la fuoriuscita dell’acqua, vennero forate le rose ornamentali presenti sul bordo. Quel coperchio con quel pomello ricordano proprio quello di una zuppiera ed ecco che i romani cominciarono a chiamarla così.
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Il monumento che la spodestò
Ma la vita della ‘fontana della terrina’, era destinata a cambiare ancora. Nel 1899 venne spostata per lasciare il posto al monumento a Giordano Bruno e messa dove oggi possiamo continuare ad ammirarla.
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La copia apposta nei primi del novecento
Se siete stati a Campo de’ Fiori, avrete notato che una fontana simile alla Terrina ma scoperchiata c’è. Si tratta di una copia quasi fedele all’originale (mancano i delfini in bronzo) messa nel 1924.
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