L’Italia offre una inestimabile tradizione in fatto di artigianato locale e Campeggi.com ci porta alla scoperta di 8 meraviglie tricolori presenti in altrettanti luoghi che vale la pena visitare subito.
La lavorazione del legno e la coppa dell’amicizia valdostana
Protagonista dell’artigianato valdostano è il legno, le cui tecniche di lavorazione e intaglio vengono tramandate da secoli. Queste trovano una delle loro massime espressioni nella coppa dell’amicizia, un recipiente con coperchio caratterizzato da diversi beccucci e nel quale viene versata una bevanda locale a base di grappa e caffè. Tradizione vuole che, durante i ritrovi tra amici, la coppa venga passata di mano in mano in senso orario, bevendo à la ronde e ognuno da un beccuccio diverso, per celebrare l’amicizia tra i commensali.
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La liuteria tradizionale cremonese: punta di diamante dell’artigianato italiano
Iscritta tra i Patrimoni Culturali Immateriali dell’UNESCO, la liuteria tradizionale cremonese è una delle forme di artigianato italiano più celebri del mondo. Le sue origini risalgono al 1539, quando Andrea Amati avviò la sua bottega aprendo così la strada ad altre famiglie come i Guarneri e gli Stradivari, che portarono avanti la tradizione per secoli creando violini, violoncelli, viole e contrabbassi per alcuni dei più grandi maestri della musica, Paganini in primis. Oggi la tradizione è più viva che mai grazie alla Scuola Internazionale di Liuteria e al Museo del Violino, ospitato all’interno del Palazzo dell’Arte di Cremona.
La lavorazione dell’alabastro a Volterra, Toscana
L’alabastro è una roccia che si forma grazie all’accumulo millenario di gesso o calcare, entrambi materiali che consentono una facile lavorazione. In Italia, i primi a maneggiare con maestria questa materia prima furono gli etruschi, la cui eredità oggi vive tra le strade di Volterra, dove è possibile trovare uno degli alabastri più pregiati d’Europa. Le realizzazioni degli artigiani locali si possono ammirare e acquistare all’interno delle botteghe del centro storico, mentre la storia e l’antica tradizione legata a quest’arte sono raccontate all’interno dell’Ecomuseo dell’Alabastro.
Le tovaglie perugine
Tele di lino bianco arricchite con trame e figure in cotone blu tinto a indaco: sono le preziosissime tovaglie perugine, nate tra le strade della città umbra tra Medioevo e Rinascimento e poi apprezzate e commercializzate in tutta Europa. Queste piccole opere d’arte realizzate dalle mani delle donne di Perugia — e la cui lunga tradizione è raccontata all’interno del Museo-Laboratorio nell’ex-chiesa di San Francesco delle Donne — vengono ancora oggi create esclusivamente grazie a telai manuali a pedali e la lavorazione può impiegare fino a 20 giorni.
Artigianato italiano fa rima con i timbri del pane di Matera
In passato, era usanza comune preparare il proprio pane tra le mura domestiche per poi portarlo al forno cittadino per cuocerlo. A Matera, dove questa abitudine durò fino agli anni Cinquanta, per distinguere le diverse pagnotte le famiglie imprimevano sull’impasto, grazie a un timbro in legno, un simbolo riconoscibile anche da chi non sapeva né leggere né scrivere. Anche se ora questa tradizione è stata abbandonata, gli artigiani locali continuano a intagliare i timbri del pane come memoria storica cittadina. A questi è legata anche un’altra tradizione: pare, infatti, che i materani fossero soliti regalare un timbro alle ragazze per chiedere loro la mano.
Le pipe calabresi di Brognaturo
Non lontano da Vibo Valentia sorge Brognaturo, un piccolo centro dove gli artigiani realizzano a mano piccole e preziosissime opere d’arte: le pipe. Questi oggetti, un vero e proprio fiore all’occhiello dell’artigianato locale, sono intagliate nella radica di Erica arborea, un legno durissimo, caratterizzato da venature uniche nel loro genere e uno dei migliori e più pregiati al mondo, tra quelli indicati per la realizzazione delle pipe. Il segreto è nel basso contenuto di tannini, che, se presenti in grandi quantità, sono responsabili delle note amare e aspre percepite dai fumatori.
Le teste di moro siciliane
Le teste di moro sono una delle massime espressioni dell’artigianato siciliano e affondano le loro radici in un’antica leggenda. Si racconta che nella Palermo dell’anno 1000 vivesse una fanciulla che era solita trascorrere le giornate sul suo balcone a occuparsi delle sue piante. Un giorno, un principe moro passò di lì e i due si innamorarono perdutamente, ma quando lui le confessò di avere moglie e figli, lei, accecata dalla gelosia, gli tagliò la testa per poi esporla sul balcone con una piantina di basilico sulla cima. I passanti, affascinati da quella che pensavano essere un’opera d’arte, chiesero agli artigiani locali di realizzare dei vasi simili in terracotta, dando così vita a una tradizione millenaria che è ancora viva in tutta l’isola e, in particolare, nell’area di Caltagirone.
L’arte orafa sarda
La filigrana sarda è una lavorazione dell’oro e dell’argento che consiste nel modellare e nell’intrecciare filamenti di metallo estremamente sottili. Diventata uno dei maggiori esempi di artigianato, in Sardegna quella della filigrana è un’arte che viene utilizzata per ornamenti e gioielli spesso legati alla tradizione e alle leggende dell’isola, come quella secondo la quale questa tecnica sarebbe in grado di attirare forze magiche e benigne, motivo per cui viene spesso utilizzata ancora oggi per la creazione dei bottoni degli abiti degli sposi o per la realizzazione delle celebri fedi sarde.
Materiale foto by Campeggi.com
This post was last modified on 24/11/2022 12:15