Si intitola ‘Meno per meno’ il nuovo progetto discografico di Niccolò Fabi, disponibile dal 2 dicembre nei formati doppio vinile, CD e digitale. Il lavoro, con quattro brani inediti e sei canzoni edite riarrangiate con orchestra, esce in occasione dei venticinque anni di carriera dell’artista e, benché non sia un progetto live, è proprio da un concerto che prende ispirazione. E non un evento qualunque, ma lo spettacolo dello scorso 2 ottobre all’Arena di Verona. Ad affiancare Fabi in questo nuovo percorso è il Maestro Melozzi insieme alla sua Orchestra Notturna Clandestina.
“Enrico Melozzi è un musicista classico però con una grande predisposizione alla contemporaneità e ai linguaggi musicali anche extra conservatorio”, racconta Fabi in merito all’incontro con il direttore d’orchestra. “Ha un’indole molto più rockettara con una conoscenza più accademica. Io vengo da un’estrazione, invece, più rock diciamo così, però da una famiglia di musicisti classici quindi con un’aspirazione sempre presente a voler raggiungere un pochino quella classicità di linguaggio”.
“È stato molto facile capirci perché entrambi abbiamo la doppia faccia”, prosegue Niccolò. “È ovvio che la mia preponderante è un’altra però ho trovato un modo di dialogare con lui per far sì che si potessero unire in una maniera più naturale possibile”.
Anche in questo album, il cantautore conferma quella tendenza spiccata a una sensibilità che tocca corde profonde, intime, mettendo e mettendoci a nudo. “Ognuno è portatore di un tipo di sensibilità, non è che sia più sensibile di altri, però è indubbio che la mia ha determinati colori. Ha un valore e uno spazio maggiori di altri artisti che magari sono più dotati di destrezza o talento specifico, nel cantare o nel suonare. E proprio in virtù di questo potrebbero essere meno stimolati a toccare le corde delle ipersensibilità”.
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“Cosa che io”, prosegue, “faccio necessariamente perché quello è il mio motore principale. All’interno di questa sensibilità, poi, ognuno racconta la sua storia. E la mia è il quartiere dove sono nato, la città in cui sono nato, la famiglia all’interno della quale sono nato. È inevitabile che in quello che faccio vadano a convergere il mio DNA e le cose che ho visto”. “Viviamo in un mondo in cui la parola sconfitta e vittoria vengono utilizzate perennemente”, aggiunge Fabi allargando la riflessione.
“Tutto è molto sempre calcolabile e calcolato, veniamo ingabbiati in una classifica alfanumerica perenne. Prima c’erano solamente le classifiche dei dischi, adesso ogni cosa che si pubblica sui social network viene identificata da un numero di apprezzamento. Quindi c’è gente che può vivere come sconfitta anche se la fotografia che ha postato ha avuto meno like di quella precedente. E, in qualche modo, comportarsi di conseguenza a questa ipotetica sconfitta. Per questo, le parole sconfitta, perdente e vincente mi sembrano abbastanza inutili”.
“Il meno è il mio segno preferito”, spiega Niccolò Fabi. “la sottrazione è una delle operazioni che secondo me non hanno la giusta considerazione. In un mondo dove si vive perennemente in aggiunta anche di cose inutili, sottrarre non è un’operazione negativa ma anzi le piccole regole che impariamo da bambini ci dicono che se moltiplichiamo due negatività ne otteniamo una positiva”.
In attesa del tour 2023 nei teatri (qui le date e le prevendite), Fabi presenta al pubblico ‘meno per meno’ in una serie di incontri durante i quali il pubblico potrà dialogare direttamente con il cantautore. “Per me è più divertente, ogni sera avrò una pluralità varia di punti di vista, domande e curiosità”, conclude. “In più, approfittiamo di questo momento in cui non c’è un palcoscenico a suddividerci per un confronto più diretto e senza filtri”.
Foto di Arash Rapdour da Ufficio Stampa
This post was last modified on 02/12/2022 12:49