In quest’inizio di primavera la giovane cantante romana pubblica il suo secondo singolo, intitolato ‘Rompere il silenzio’, che ha il merito di affrontare un momento particolare nel percorso di maturazione di molti giovani: quello in cui si è pronti ad aprirsi con qualcuno dopo le prime delusioni e al termine di un lungo percorso di ‘chiusura’ e di riflessione, quando molte ‘nubi’ vengono spazzate via dal vento della vita e si è di nuovo predisposti ad affrontare il futuro
Noemi Damiani, in arte Ami, è un’artista romana classe 1995. Il suo primo approccio con la musica risale ai tempi in cui era bambina, quando i suoi genitori decisero di iscriverla a un coro e, contemporaneamente, iniziò a prendere lezioni di pianoforte. Due passioni che, con il tempo, decise di accantonare. Noemi ha tuttavia ripreso le lezioni di canto nel 2016, in un periodo delicato, con la paura che la musica non rappresentasse più una parte di lei. Ma nell’estate del 2021, la ‘svolta’: Noemi lascia il suo contratto a tempo indeterminato e inizia a scommettere sulla sua voce. E così è nata Ami. Il suo primo brano s’intitolava ‘La maschera’, uscito il 26 novembre 2021, nato dalla collaborazione con il maestro Mario Zannini Quirini (Lead Records) e l’autrice Paola Angeli. Il singolo presentava due ‘punti forti’: un testo con una stesura classica e un sound che ammiccava all’elettro-pop. Ad aprile 2022 è uscito anche il suo secondo singolo, ‘Rompere il silenzio’, realizzato con la stessa squadra del primo e accompagnato da un testo classico italiano, congiunto a un sound internazionale che strizza l’occhio ad artiste come Bjork e Billie Eilish. Proprio in questi giorni è disponibile anche il videoclip, realizzato dall’agenzia Savana Movies. Protagonista è la stessa Ami, insieme ai ballerini Paolo Spalice e Amedeo Monzo, su una coreografia di Michele Lanzeroti (per vedere il video, cliccare QUI). Anche per coronare insieme a lei questo percorso, che l’artista ha vissuto in prima persona, ecco qui di seguito l’intervista che, gentilmente, ha voluto concederci.
Gentilissima Ami, partiamo da questo tuo secondo singolo, ‘Rompere il silenzio’, un brano che sembra raccontare il momento di un nuovo incontro tra due cuori già feriti o delusi: stai elaborando un’idea di amore più matura, forse?
“Ciao, Vik. In realtà, sto vivendo una relazione nuova e, sicuramente, sono più matura rispetto al passato. Mi viene da dire che ho rotto il mio silenzio proprio perché, di fronte a me, ho una persona predisposta ad accogliermi: fisicamente, mentalmente, a livello morale, insomma in tutto”.
Sotto il profilo musicale, a quale artista ti ispiri o ti sei ispirata in passato?
“I miei artisti preferiti sono un po’ datati, tipo Mina e Mia Martini. Ascolto, ovviamente, molta musica attuale, sempre italiana, ma se devo ispirarmi a qualcuno, sicuramente penso alle ‘grandi voci’ del passato. Musicalmente, insieme a testi molto classici, ma autobiografici, ho poi inserito un sound elettro-pop”.
Puoi raccontarci, in sintesi, il tuo percorso? Come sei arrivata a decidere di tentare la strada della musica? E quale tipo di percorsi contempla questo tipo di carriera, secondo te, soprattutto in Italia? Sono tutti sentieri positivi e carichi di esperienze, oppure ce ne sono anche di più ‘grigi’?
“Sono arrivata sulla strada della musica, dopo aver affrontato un periodo lontana da casa. Ero in una città non mia. E penso che proprio il Covid abbia influenzato questa mia decisione di lasciare tutto e tornare alle origini. In secondo luogo, io credo che qualsiasi percorso si prenda sia in discesa. E forse, è proprio questo il ‘bello’. Inoltre, a fronte di una parte negativa, c’è sempre spazio per qualcosa di positivo e viceversa. Darsi la possibilità di sbagliare: ecco cosa penso sia giusto fare. Solo in questo modo ti diventa più chiaro chi sei, chi vuoi essere, ma soprattutto cosa vuoi o non vuoi fare”.
Anche nel tuo singolo precedente, ‘La maschera’, c’è sempre questo tema di fondo: aprirsi solamente a chi lo merita, o comunque selezionare con attenzione le amicizie e gli amori: è così? Non è un ideale troppo ‘qualitativo’ il tuo?
“Si, in modo parallelo, ‘La maschera’ tratta più o meno lo stesso argomento. Come dicevo, sono stata io ‘in primis’ a vivere questa esperienza. Onestamente, non lo definirei un punto di vista ‘qualitativo’; al contrario, penso che aprirsi con determinate persone, amici, amori o familiari, sia una questione di empatia. Immagino un mondo dove tutti riescano a comunicare e a esprimersi al meglio, allo stesso modo, con qualsiasi tipo di persona gli si pone davanti. Diciamo che, in un modo del tutto nostro, inconsciamente, ognuno di noi ‘seleziona’ le persone ‘giuste’ con cui potersi aprire”.
Secondo te, in amore, sono sempre le donne a scegliere?
“No, secondo me è arrivato il momento di sfatare questo ‘credo’. Uomini e donne sentono/vivono l’amore, a mio parere, in egual modo. Ovviamente, tutto poi è determinato dal proprio carattere. Tuttavia, ripeto: questo è solo il mio parere. Non essendo un’intenditrice, in materia, posso solo esprimere il mio pensiero e il mio vissuto”.
Tornando al tuo stile musicale, indubbiamente interessante, sei attratta da un percorso ‘autoriale’ oppure contempli, per il futuro, anche qualche brano più ‘ballabile’, meno intimista, che magari faccia da ‘apripista’ con il pubblico per farti conoscere meglio? Che tipo di strategia stai elaborando, insomma?
“Sicuramente, tra i mille progetti e cose da fare, quello di far nascere un pezzo ‘leggero’ è un aspetto che ho già preso in considerazione”.
Un’artista come Anna Oxa, nel suo percorso evolutivo ha mostrato molte ‘sfaccettature’, mentre Laura Pausini, in fondo, è sempre se stessa nell’interpretare i suoi ‘pezzi’: quale di queste due artiste condividi maggiormente e perché?
“Onestamente, non me la sento di scegliere una in confronto all’altra: ogni artista ha i suoi motivi stilistici, comunicativi e così via. Quindi, ognuno di noi è libero di esprimersi come meglio crede ed essere sempre fedele a se stesso, sia se sta ‘sperimentando’ o meno. Non penso che un percorso sia più giusto dell’altro: sicuramente, le due artiste vengono da ‘epoche’ musicali diverse. E questo ci porta a riflettere sulle loro distinte necessità di comunicazione”.
Ma tu come ti percepisci, come artista? Una donna in fase di perenne evoluzione, oppure ritieni di avere dei limiti e di dover sempre essere fedele a te stessa?
“So che sono una donna in perenne evoluzione. Prima o poi mi fermerò, o forse no. Ma tutto quello che faccio, se lo faccio è sicuramente in linea con chi sono stata, sono e sarò. Porsi dei limiti può essere giusto, ma superarli o conviverci con consapevolezza è sicuramente più stimolante”.
La tua voce è molto calda e intensa: hai fatto qualche scuola di canto, in passato?
“Assolutamente si! Ho iniziato a prendere lezioni quando i miei genitori presero la decisione di iscrivermi a un coro, quando ero bambina. Crescendo, ho abbandonato gli studi, per poi riprenderli nel 2016, presso il mio attuale insegnante, Giuseppe Nicodemo”.
Progetti per il futuro? Una prima raccolta di brani? Una mini-tournée in Italia? Insomma, cosa prevede la tua agenda per questa strana estate 2022, posta esattamente tra la fine di una pandemia planetaria e una guerra alquanto insidiosa in Europa orientale?
“Spero di uscire a breve con un album, dove sicuramente riuscirò a raccontarmi meglio. Nel mentre, coltivo una voglia pazza di poter salire sul palco e divertirmi insieme a chi mi ascolta. Infatti, grazie ormai all’annullamento delle restrizioni, sto già pianificando qualche data per quest’estate”.
Intervista di Vittorio Lussana