La panzanella è un piatto tipico che in estate appare spesso e volentieri sulle tavole romane. Fresca, colorata, profumata e deliziosa: la panzanella è una gioia per tutti i sensi! Sarà per questo che si è meritata una celebrazione in versi anche dal grande Aldo Fabrizi? (trovate la poesia in fondo alla pagina)
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Per preparare questa semplice specialità sono sufficienti del pane raffermo – messo in ammollo nell’acqua ad ammorbidire – olio, sale, pepe, aceto, pomodori e basilico; almeno, questa è la ricetta romana. Infatti c’è addirittura una disputa sulla paternità del goloso primo estivo: anche i toscani e i marchigiani ne rivendicano l’invenzione.
Tuttavia è quasi impossibile stabilire quale sia la regione che ha dato i natali alla panzanella. È sicuramente una pietanza nata dall’inventiva di gente non molto abbiente, visto il valore dato al pane: infatti le famiglie povere e contadine non potevano permettersi di buttare via un tozzo di pane solo perchè diventato raffermo, cosa che succede molto facilmente con il calore delle giornate estive.
Ecco dunque un’idea semplice e efficace per non sprecare il prezioso carboidrato: metterlo in ammollo e condirlo con pochi ingredienti presi dall’orto. Necessità fa virtù ed ecco pronta la panzanella!
La poesia di Aldo Fabrizi: “La Panzanella”
E che ce vo’
pe’ fa’ la Panzanella?
Nun è ch’er condimento sia un segreto,
oppure è stabbilito da un decreto,
però ‘a qualità dev’esse quella.
In primise: acqua fresca de cannella,
in secondise: ojo d’uliveto,
e come terzo: quer divino aceto
che fa veni’ ‘a febbre magnerella.
Pagnotta paesana un po’ intostata,
cotta all’antica, co’ la crosta scura,
bagnata fino a che nun s’è ammollata.
In più, pe’ un boccone da signori,
abbasta rifini’ la svojatura
co’ basilico, pepe e pommidori.
This post was last modified on 12/08/2022 07:19