Vi siete mai chiesti perché a Roma si dice ‘abbioccarsi’ per indicare quando si prende sonno? E cosa sono invece la pennica e la cecagna?
Uno dei termini più spiccatamente romani è quello di ‘abbiocco’ per indicare il pisolino (o, se volete, la siesta). Ma vi siete mai chiesti perché mai si dice ‘abbioccarsi’? Da dove deriva questa parola? E perché c’entra la gallina?
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Perché si dice abbioccarsi?
Il termine ‘abbiocco‘ tanto utilizzato nel romanesco deriva in realtà dalla gallina, ovvero dalla ‘biocca‘. Con questa parola si indica la chioccia in molti dialetti e parlate dell’Italia centrale (tra le quali spicca appunto quella della Capitale). La ‘biocca‘ in questione è solita isolarsi dal resto delle galline, mettendosi in un angolo a covare con tantissima pazienza. E, forse per via del fatto che la cova è un’operazione davvero lunga, di tanto in tanto questa simpatica gallina cede alla sonnolenza.
Ecco che quindi spiegato perché il termine ‘abbioccarsi’ va ad indicare il prendere sonno, magari dopo una giornata particolarmente faticosa ed impegnativa, quando si finisce per addormentarsi sfiniti proprio come una chiocchia in cova.
Cecagna e pennichella: da dove derivano questi termini?
L’abbiocco, non a caso, indica un sonno particolarmente pesante, magari accoccolati come una chioccia. Si differenza in questo dalla pezza e dalla pennichella (o pennica), che indicano invece dei sonnellini un po’ più leggeri, fatti soprattutto fatti dopo pranzo. ‘Pennichella‘, in questo caso, deriva dal latino ‘pendiculare‘, ovvero pendere: essa rappresenta quella sonnolenza leggera, volta a cercare un breve ristoro… Come quando siamo ancora a tavola e la testa comincia a caderci.
Ancor più differente è la cecagna, che a Roma indica quella particolare sensazione di sonno che arriva tutto d’un tratto, senza alcuna possibilità di scampo. Essa crea appunto un ‘buio totale‘ al quale è impossibile resistere. È quella sensazione che fa sí che non si riescano a tenere gli occhi aperti, tant’è che deriva chiaramente dal termine ‘cieco’.
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