Il giardino di Villa Lante a Bagnaia, a pochi chilometri da Viterbo, nel 2011 ha vinto il titolo di giardino più bello d’Italia. Fontane, giochi d’acqua, cascate, ruscelletti e grotte gocciolanti hanno reso questo posto famoso in tutto il mondo

Ci sono luoghi nel mondo che vale la pena di visitare almeno una volta nella vita. Tra questi rientra certamente anche Villa Lante a Bagnaia, a pochi chilometri da Viterbo. Un posto immerso nel verde pronto a sorprendere con i suoi giochi d’acqua che animano i meravigliosi giardini.

Villa Lante: cosa vedere

Per visitare Villa Lante e godere di tutte le sue meraviglie non bisogna avere fretta. Per non sbagliare percorso, basta seguire il suono dell’acqua, vera protagonista di questo posto incantato esaltata da una sorprendente architettura idraulica.

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Lo scrosciare che proviene da fontane, ruscelli e cascate fa da sottofondo a una magica atmosfera in cui natura e architettura convivono felicemente in un connubio che regala suggestioni incantevoli.

Con i suoi 22 ettari di estensione, la villa sa accogliere i suoi visitatori e mostrarsi loro in tutta la sua bellezza.

Statue, logge, aree boscose, lussureggianti siepi e persino un labirinto regalano a questi giardini un aspetto che va oltre il bucolico paesaggio e che proietta il fortunato avventore in un immaginario contesto quasi favolistico.

Un luogo unico e spettacolare, insomma, che non a caso nel 2011 è stato votato Parco più bello d’Italia.

Villa Lante: la storia

Non esiste una documentazione certa sulla storia di Villa Lante, ma è indubbio che la sua realizzazione fu commissionata dal cardinale Gianfrancesco Gambara. La progettazione viene invece attribuita a Jacopo Barozzi da Vignola che si ispirò allo stile manieristico tipico del ‘500.

Tra l’altro, l’impronta dell’alto prelato, che viveva nelle due palazzine ancora oggi visibili, è ampiamente riscontrabile nei giardini attraverso la collocazione di elementi architettonici che riproducono le chele di un gambero, emblema del Cardinale.

Il nome, invece, Villa Lante lo deve al suo proprietario successivo, Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, Duca di Bomarzo a cui passò l’intera struttura un secolo dopo.

(foto @shutterstock)

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